È molto importante capire con precisione cosa s’intende e quali operazioni sono compiute per ottenere il lavaggio industriale. Il lavaggio industriale consiste nella preparazione delle superfici in vista di successivi trattamenti specifici, o della finitura ultima del manufatto prima del confezionamento e la vendita, in accordo con la nomenclatura proposta dall’UCIF (Unione Costruttori Impianti di Finitura) e con la terminologia adottata dal CEN/TC27 I /WG I (gruppo di lavoro del Comitato Europeo di Normazione per la sicurezza degli impianti di lavaggio industriale).
In senso più specifico definiamo lavaggio industriale un processo composto da una o più operazioni atte a rimuovere ed eliminare dalla superficie di manufatti industriali, e con il grado di pulizia richiesto, le sostanze contaminanti di natura organica e/o inorganica, mediante interventi e azioni di natura chimica e fisica (meccanica, termica, elettrica) variamente combinati tra loro. Il processo di lavaggio industriale generalmente inteso può essere costituito da più operazioni, ognuna delle quali ha una propria funzione ben precisa.
Nel processo di lavaggio industriale si possono distinguere le seguenti fasi:
Prelavaggio
Lavaggio vero e proprio
Risciacquo
Asciugatura
Nelle azioni di trattamento delle superfici si definiscono agenti di lavaggio quei prodotti chimici che sono utilizzati nelle operazioni di rimozione dei contaminanti da un manufatto.
Nel trattamento delle superfici metalliche, gli agenti di lavaggio si possono distinguere in due gruppi:
- detergenti, prodotti generalmente in soluzione acquosa che esercitano un’azione chimico-fisica sul contaminante, provocandone il distacco dalla superficie e impedendo che si ridepositino;
- solventi, prodotti che interagiscono con il contaminante, consentendone la solubilizzazione.
Una distinzione più chiara è quella che classifica gli agenti utilizzati nel trattamento superficiale dei metalli:
- solventi organici puri (senza acqua);
- detergenti in soluzioni acquose (solo in acqua);
- sistemi misti (miscele di solventi e detergenti).
Per essere definito tale, un agente di lavaggio utilizzato durante il trattamento delle superfici metalliche deve possedere precise caratteristiche. Un prodotto che possa essere utilizzato a freddo o a caldo, in fase liquida o vapore, nei processi di trattamento superficiale dei metalli deve preferibilmente possedere:
- buon potere di rimozione e asportazione dei contaminanti;
- buon potere penetrante, per eseguire un adeguato trattamento delle superfici metalliche anche di eventuali cavità e/o interstizi del manufatto;
- buona stabilità chimica, per evitare reazioni indesiderate durante il trattamento delle superfici metalliche, per evitare possibili corrosioni dei materiali con cui vengono costruiti gli impianti di lavaggio, caratteristiche tali da permetterne il recupero e il riciclo nell’impianto per il trattamento superficiale dei metalli;
- basso impatto ambientale, sia per ciò che concerne la dispersione nell’ambiente del prodotto stesso e degli eventuali suoi sottoprodotti, sia per ciò che concerne la tossicità sull’uomo e sulla biosfera in generale, caratteristiche chimico-fisiche tali da permetterne l’impiego e il trattamento superficiale dei metalli in condizioni di sicurezza impiantistica, in funzione dell’attuale stato della miglior tecnologia a esso applicabile.
Perché il lavaggio a ultrasuoni?
Gli ultrasuoni sono costituiti da onde sonore con frequenza oltre il limite udibile dall'orecchio umano, vale a dire oltre 16000 Hz. La diffusione di tali onde nel liquido di lavaggio origina delle compressioni e rarefazioni generando il fenomeno della cavitazione, in pratica la formazione di milioni di piccole bollicine che si formano e si distruggono ad altissima velocità. È la loro formazione e il loro scoppio violento che effettua il lavaggio, mediante la loro alta pressione (oltre 1000 atm) e il loro attacco delle impurità allo stato molecolare.